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Come imparare ad apprendere

Da quando ho preso parte al corso LEGO di gennaio sto divorando libri e articoli su argomenti finora inesplorati:per essere più efficace nella facilitazione LSP, per avere più strumenti da applicare e per soddisfare il bisogno fisico di saperne di più, una specie di droga.

Ogni volta che ho un po’ di tempo libero, mi impegno a leggere e rileggere libri, e mi sono reso conto che molte volte non davo la giusta attenzione alle mie letture e non riuscivo a trattenere la moltitudine di informazioni che trovavo. Ora però, ho capito che devo apprendere, non solo leggere, perciò ho dedicato un po’ di tempo a indagare sulle tecniche più efficaci per “ricordare” quello che ho letto, per apprendere davvero.

Imparare è un processo a due step

Quando leggiamo qualcosa, annotiamo informazioni nella memoria di lavoro; per apprendere, dobbiamo trasferirle nella memoria a lungo-termine e questo processo non è automatico.

Una delle tecniche è ripetere ad alta voce quel che si è letto:così abbiamo fatto tutti (più o meno) per prepararci a un esame. Ho cercato però un modo per:

  • ricordare solo quello che mi serve, l’essenziale, e
  • poter tornare alla fonte per i dettagli.

Sicuramente per raggiungere il mio ultimo obiettivo che mi sono imposto, mi serve un mix di tecniche, su cui sto lavorando e continuerò a farlo. In questo articolo voglio condividere alcune di queste tecniche che mi sono sembrate parecchio interessanti e che potrebbero aiutare anche te.

Tecniche per facilitare il “passaggio”

Il primo passo, come sappiamo, è leggere con attenzione: evitare le distrazioni, mail e notifiche in primis, serve ad aumentare la concentrazione e a trattenere gli elementi importanti di ciò che sto leggendo.

Il secondo passo è prendere appunti in modo intelligente. E qui casca l’asino, come? In che senso?

Le mappe mentali servono a fissare la struttura generale del libro o del singolo capitolo; forniscono la visione d’insieme delle argomentazioni e delle loro dipendenze.Leggendo Gamestorming (di Dave Gray) ho disegnato la mappa mentale dei primi quattro capitoli:cos’è un gioco, le sue componenti, le competenze chiave e i giochi che “vanno sempre bene”.

Le note servono a fissare concetti e idee più in profondità rispetto alla visione d’insieme della mappa mentale. Possono essere:

  • post-it nel libro, sottili a mo’ di linguetta o più grandi per ospitare del testo- lo trovo utile per trovare velocemente il testo che mi interessa
  • note a margine scritte sul libro – in genere, odio scrivere sui libri
  • appunti in stile bullet point o note rapide, su un foglio a parte, al termine di ogni capitolo – abbinato al post-it, fornisce sia la sintesi che il riferimento al testo
  • schemi in stile sketchnote(vedi i testi di Mike Rhode) – devo esercitarmi e superare il freno del non essere un bravo disegnatore.
  • Per Gamestorming, scrivo brevi appunti, elenchi puntati e schemi in un quaderno nel quale conto di aggiungere via via gli appunti di altre letture.
  • Confido di poter costruire così un “indice generale dei miei apprendimenti”.
  • Lo stile non è il massimo, ok, però… “Non bisogna aspettare che finisca il petrolio: l’età delle pietre non è finita perché sono finite le pietre”.
    Quindi il momento giusto per iniziare è ora.

Il terzo passo è:riprendere periodicamente la mappa mentale e gli appunti, le note e gli schemi creati durante la lettura.

L’emozione come fissatore

Dalla lettura ‘Brain rules’ di John Medina, ho trattenuto questi punti:

Brain rule #6 – Non prestiamo attenzione a ciò che ci annoia.
L’emozione, il coinvolgimento emotivo, si attacca al ricordo e lo rende recuperabile a posteriori; come se ricordassimo l’emozione prima che il dato.
Colorare gli appunti in stile Bullet Journal (di Ryder Carroll) aiuta, soprattutto quando la decorazione è davvero brutta.

Brain tule #3 – Riposare bene, pensare bene.
Durante il lavoro e lo studio, concedere momenti di riposo alla mente è più che salutare: durante il sonno, la mente rielabora i dati presenti nella memoria di lavoro e li fissa alla memoria di lungo termine, l’ippocampo.
Senza arrivare al pisolino, si può applicare la Tecnica del pomodoro(di Francesco Cirillo): ogni 25 minuti di attività concentrata, 5 minuti di stacco (es. per controllare notifiche).

Brain rule #7 e #8 – Stimolare più sensi / La vista trionfa sugli altri sensi.
Prendere appunti, disegnare schemi e colorarli, rileggere ad alta voce un passo, sono modi per coinvolgere altre aree della mente nel processo.
Per Gamestorming, quando possibile, uso i Lego per provare tra me e me i giochi più interessanti: è come prendere appunti tridimensionali (qui sotto una parte di Speedboat).

Le mani come strumento per pensare

Come spiega Frank R. Wilson in ‘The Hand’, l’evoluzione del cervello umano è andata di pari passo con l’evoluzione nell’uso delle mani: da quando siamo scesi dagli alberi (non so se ricordi…) abbiamo via via imparato a costruire attrezzi per cacciare, difenderci, costruire ripari, lavorare…

Ogni nuova abilità manuale ha stimolato il cervello a costruire nuove strutture neuronali per renderla apprendimento.

Così, quando usiamo le mani, stimoliamo la mente più in profondità: è il senso del disegnare e ancor più del costruire rappresentazioni fisiche.
In questo il metodo LEGO® SERIOUS PLAY® rivela la sua vera potenza.

Conclusioni

Ad oggi sono arrivato qui, e di certo ci sono tanti altri aspetti da approfondire… con il tempo. Ti saprò dire.

Tu quali tecniche di apprendimento hai adottato? Fa’ sapere, così imparo qualcos’altro…

 


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